Indagato il padre dei due piccoli di Ono San Pietro. Ancora mistero sull’effettiva causa della morte.
La giustizia fa il suo corso, per dare una risposta, ma la tragedia ha sconfitto tutti.
Ora è stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati il padre dei due piccoli di Ono San Pietro (Bs), trovati morti nell’abitazione del genitore devastata da un incendio lo scorso martedì 16 luglio.
Fin da subito i sospetti si erano concentrati su di lui e la madre ribadiva cone quella fosse stata una tragedia annunciata.
Pasquale Iacovone, 40 anni, ancora ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale di Padova per le ustioni che ha riportato sul 90% del corpo, è dunque indagato per il reato di duplice omicidio volontario aggravato ed incendio doloso.
Le sue ustioni sono cosi grave, perchè pare che si sia prima cosparso di benzina, con l’intenzione di togliersi la vita e poi, dandosi fuoco, ha causato l’incendio, in cui hanno trovato involontariamente la morte i due figli di 9 e 12 anni.
Resta però ancora da stabilire la causa esatta della morte dei piccoli che secondo il responso dell’autopsia pare non sia attribuibile al fuoco o al fumo inalato.
Il sostituto procuratore Eliana Dolce, titolare dell’inchiesta, ha dunque disposto ulteriori analisi e perizie, per meglio acclarare la verità, anche se oramai pare perfettamente inutile a ridare serenità a chiunque.
Andrea e Davide sono stati innocenti vittime di una situazione famigliare, in cui non vi sono né vincitori né vinti, ma tutti sono sconfitti e travolti da un tragico destino, pure il padre che se sopravviverà porterà sul suo corpo indelebili segni di questa tragedia, oltre ad essere condannato a convivere con ben altri più indelebili segni interiori, che travolgeranno la sua intera esistenza dai rimorsi per aver tolto, innaturalmente, la vita al suo stesso sangue.
Sconfitta, oltre al padre, pure la madre, che inevitabilmente avrà il rimpianto, di non aver saputo proteggere i suoi piccoli dall’uomo che li ha generati e che, probabilmente li amava di un amore “malato”, ma che non ha trovato cure e supporti per guarire, fino ad estrinsercarsi con un gesto disperazione.
Sconfitta è pure la società perchè non ha saputo dare garanzie, attraverso la sua “giustizia”, le autorità ed i servizi preposti, laddove vi erano segni inequivocabili che qualcosa di irreparabile poteva accadere.
Ora ogni cosa appare inutile e superflua, tranne che non possa servire a salvare da tragedie simili altre vite, altre famiglie, perchè fatti come questi non sono affatto eccezionali, ma solo fortunatamente, a volte hanno un diverso epilogo.
Sebastiano Di Mauro
24 luglio 2013