COLLATERAL BEAUTY | Se ogni tessera del domino non è al proprio posto, la magia non riesce

Le carte in regola c’erano tutte affinché Collateral Beauty risultasse un grandissimo film, a partire dalle implicazioni filosofiche, dall’analisi del ruolo della recitazione, fino ad arrivare al cast stellare e alla bella canzone degli OneRepublic che fa da colonna sonora. Purtroppo, il vuoto lasciato da una sceneggiatura troppo sbrigativa e poco approfondita, nonché da un’atmosfera generale a tratti melensa (ma che possiamo perdonare dato il periodo d’uscita del film) non permettono al film di decollare, lasciando un punto interrogativo alla fine della visione: il titolo del film era un monito? Dovevamo preoccuparci solo della “bellezza collaterale” di alcuni aspetti della sua realizzazione?

Howard è un pubblicitario di successo, a capo di un’importante azienda di New York: tuttavia, dopo la morte della sua bambina perde ogni interesse per la vita che conduceva e per tutto ciò che lo circonda. Quando si reca a lavoro lo fa solo per costruire enormi domino sui tavoli del suo studio, chiuso in se stesso e restio ad ogni contatto umano. I suoi amici e colleghi Whit, Claire e Simon, decisi ad aiutarlo, ingaggiano un’investigatrice, la quale scopre che Howard ha incominciato a scrivere delle lettere a Tempo, Amore e Morte, come fossero delle persone. Così, assumono tre attori per recitare le parti delle tre astrazioni e tentare di dare una risposta ai quesiti esistenziali di Howard, cercando di fargli capire come anche la perdita più triste possa rivelare momenti di significativa bellezza.
L’idea c’è, la storia è coinvolgente, ricorda molto quei fantasmi del Natale di Dickens ma li attualizza e li inserisce in un contesto tragico di vita vissuta, reale. Il problema è che gli spunti a cui appigliarsi erano tanti e nessuno di questi è stato veramente sviluppato: né la tematica della sofferenza per la perdita di un figlio, né l’utilizzo della recitazione e della finzione scenica per aiutare l’uomo a convivere con i propri dolori e i propri insuccessi, né tantomeno la questione secondaria dei problemi vissuti dai tre colleghi del protagonista, i quali oltre ad aiutare l’amico cercano un consiglio per i propri problemi. È chiaro che se la sceneggiatura non riesce a coinvolgere tutti gli elementi che si prefiggeva di trattare, figuriamoci quanto possa coinvolgere lo spettatore, che si trova spiazzato e non riesce a concentrarsi su nessuna tematica.

Tuttavia, Collateral Beauty non è un film completamente da buttare: perché se si distoglie lo sguardo dalla sciagurata sceneggiatura che lo affligge, si potranno notare dei particolari che sfuggono ad una visione generale della pellicola. Uno di questi è la fotografia, che trova la sua forza nella cornice esaltante e affascinante di una New York agghindata a dovere per le feste, tra alberi accesi di colori e luci sfavillanti, senza risultare mai esagerata. Edward Norton e Kate Winslet, che con la loro immensa bravura cercano di dare spessore ai loro personaggi, fornendo due interpretazioni di livello, per non parlare di Helen Mirren, perfetta per il suo ruolo e irriverente quanto basta per non far scadere nella banalità anche il suo personaggio.
E dato che, se vogliamo, la metafora di Collateral Beauty era proprio quello di cercare di apprezzare la bellezza collaterale delle cose, tirando le somme si può dire che in piccola parte riesce nel suo obiettivo, sprecando comunque una grossa occasione per raccontare una storia potente e dal significato profondo.
VOTO 6,5
Dati tecnici di Collateral Beauty
TITOLO: Collateral Beauty
USCITA: 4 gennaio 2017
REGIA: David Frankel
SCENEGGIATURA: Allan Loeb
DURATA: 97 minuti
GENERE: drammatico
PAESE: Stati Uniti D’America, 2016
CASA DI PRODUZIONE: PalmStar Media, Likely Story, Anonymous Content, Overbrook Entertainment, Village Roadshow Pictures
DISTRIBUZIONE (ITALIA): Warner Bros.
FOTOGRAFIA: Maryse Alberti
MUSICHE: Mychael Danna, Theodore Shapiro
MONTAGGIO: Andrew Marcus
CAST: Will Smith, Edward Norton, Kate Winslet, Michael Peña, Helen Mirren, Keira Knightley, Jacob Latimore, Naomie Harris