Intervista a Roberto Valerio, dal dolore all’impegno con Cure2Children

Questa è la storia di Roberto Valerio e di genitori che hanno trasformato il dolore per la perdita di un figlio in voglia di impegnarsi per salvare altre piccole vite. Questa è la storia di Cure2Children, fondazione per aiutare i bambini malati di cancro, e narra di bambini, di “rinascite”, di voglia di tenersi stretto il dono della vita. Per tutto questo, la storia merita di essere raccontata.
Incontriamo Roberto Valerio, membro del direttivo di Cure2Children, in un caldo pomeriggio fiorentino. Da tanto tempo, lo sappiamo con certezza, è impegnato nella preziosa attività di cura e sostegno a bambini affetti da patologie tumorali e gravi malattie del sangue in diversi paesi del mondo: Georgia, Pakistan, Kosovo, Vietnam, Colombo – Sri Lanka, Bangalore e Jaipur – India, Marocco, Argentina, Kabul, Iraq. L’obiettivo finale è semplice quanto affascinante: curare i bambini li dove si trovano.
Valerio, come nasce l’idea di andare in giro per il mondo a curare bambini affetti da difficili patologie?
L’idea è nata da un medico pediatra oncologo, il professor Giuseppe Masera di Monza, che per primo ha provato a migliorare i risultati delle terapie nei paesi meno sviluppati dell’America latina e di rendere più accessibili, a livello internazionale, le cure pediatriche disponibili per i casi di cancro. A seguire la strada già tracciata, il dott. Lawrence Faulkner che si è sempre occupato di tanti piccoli gravissimi pazienti maturando una valida e solida esperienza in Italia e all’estero. La nostra missione è quella di estendere, ai Paesi in via di sviluppo, i protocolli, i farmaci, l’esperienza e, soprattutto, il supporto di un comitato scientifico di rilievo internazionale. C’è la volontà di assicurare pari opportunità di cura e guarigione a tutti i bambini affetti da queste terribili malattie. Più bambini accederanno alle cure più bambini potranno guarire, e più la scienza potrà affinare e perfezionare protocolli con terapie sempre più efficaci e potenzialmente risolutive.
Il caso Kosovo: esaminando i vostri dati, pare un “terreno” in cui vi siete particolarmente impegnati.
Ci siamo riusciti perché Cure2Children non sostituisce medici e paramedici locali ma li supporta. La fondazione in queste realtà si impegna a dare il supporto medico scientifico iniziale, acquistare i primi farmaci salvavita. Ricerca e sviluppo sono da sempre state indispensabili per la sostenibilità professionale e finanziaria nei paesi ricchi e non vi è motivo di pensare che lo stesso non valga anche per realtà in via di sviluppo.
Dunque qual è il punto di situazione ad oggi?
Molti sono i bambini che purtroppo si ammalano di cancro. Alcuni guariscono, altri muoiono. Quello però che non si può accettare, e nessun genitore dovrebbe mai farlo, è che il proprio figlio muoia per un farmaco non somministrato o mal dosato, per un controllo o un esame non effettuato o per la mancanza della strumentazione necessaria ed adeguata.
E’ chiaro che il progetto, l’idea di base richiede energie e risorse umane e finanziarie. Per questo, si cercano, costantemente, sostegno di volontari e contributi in denaro soprattutto mediante eventi a scopo benefico. Uno di questi è in programma presso Villa Artimino (Prato) il prossimo 11 luglio. Al centro dell’attenzione, sempre e comunque, i bambini perché, “rubando” le parole al famoso regista e attore Leonardo Pieraccioni, testimonial dell’associazione, “nulla è più importante di un bambino… Nulla è più importante di curare un bambino”.