India, pescatori uccisi: tre giorni di fermo ai due maro’

Arrestati due marò italiani accusati dalle autorità di New Delhi di aver ucciso due pescatori indiani mentre stavano svolgendo la loro attività di anti-pirateria su una petroliera nell’Oceano Indiano.
Si tratta di due marò del battaglione San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che ora rischiano la pena di morte.
La magistratura del distretto di Kollam (India) ha disposto tre giorni di fermo a partire da oggi, per i due marò italiani che resteranno per questo periodo in una guest house militare, in presenza del console generale a Mumbai Giampaolo Cutillo.
Con il passare delle ore si fa sempre più alta la tensione fra Italia e India. Le autorità italiane hanno affermato di aver foto in grado di scagionare i due militari, in quanto il peschereccio che ha tentato l’abbordaggio al mercantile Enrica Lexie sarebbe diverso dal St. Antony su cui si trovavano i due pescatori uccisi.
Il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi, quest’oggi ha espresso solidarietà alle famiglie dei militari ed ha affermato: “Allo stato delle cose ci sono delle considerevoli divergenze di carattere giuridico. Il governo italiano sta lavorando ad ogni livello con l’India, sia con le autorità federali che dello stato del Kerale, su questa spiacevole vicenda. I militari italiani stavano lavorando nella prevenzione della pirateria in acque internazionali e nel rispetto del diritto internazionale, sotto giurisdizione italiana. Al momento questa posizione non è stata accettata dalle autorità indiane, ma abbiano dispiegato ogni possibile iniziativa per risolvere questo problema”.
Anche Carlo Novielli, vice comandante della Enrica Leixe, difende i due militari ed ha affermato che i due marò hanno esploso soltanto dei colpi in acqua per allontanare una sospetta nave di pirati, come di prassi.
Il comandante, Umberto Vitelli ha detto: “Abbiamo continuamente monitorato la barca, che nel frattempo si avvicinava sempre di più. Poi la squadra ha mostrato le armi senza nessun risultato e dopo ha sparato in acqua per intimare l’allontanamento. La barca si allontanava, alle ore 17.00 si tornava alla normalità”.
Resta quindi poco chiaro da queste testimonianze cosa si accaduto realmente. Difatti in una nota del ministero degli Esteri indiano si può leggere: “Il ministro degli Esteri indiano, S.M. Krishna ha rappresentato al ministro degli Esteri italiano (Giulio Terzi) quanto sia stata spiacevole la perdita di vite umane che si sarebbe potuta evitare, se il personale navale a bordo della Enrica Leixe fosse stato più attento e avesse esercitato moderazione”.
Per cercare di far diminuire la tensione e giungere alla scoperta della verità senza che vi siano ulteriori danni l’Italia ha mandato un proprio team di diplomatici per incontro con le autorità indiane. C’è da dire che il primo incontro non ha dato i frutti sperati.
Enrico Ferdinandi
20 febbraio 2012