“Le nostre ragazze meritano di più”: finisce l’era Barbie per le bambine?

Dagli Stati Uniti arrivano i giochi per future donne ingegnere dalla Goldie Blox
Chi è nel pieno dei regali di Natale sa che girare nei negozi di giocattoli vuol dire vedere lunghe file multicolore di scatole con macchinine, attrezzi e costruzioni nel reparto maschi e poi monocromatici corridoi in rosa per il reparto bambine, che ospita trucchi, principesse e peluches. Ecco, Disrupting the pink aisle, letteralmente “distruggere il corridoio rosa”, è diventato il motto della casa produttrice di giocattoli Goldie Blox, fondata dalla statunitense Debbie Sterling che afferma: « Siamo convinti che qui fuori ci siano milioni di ragazze ingegneri, solo che potrebbero non saperlo ancora. Noi pensiamo che Goldie Blox possa mostrare loro la strada.»
Debbie infatti, incoraggiata dalle proprie insegnanti, segue la sua passione e intraprende gli studi ingegneristici laureandosi in Ingegneria Meccanica e Design; proprio all’università nota però come in questo campo il numero di donne sia esiguo rispetto alla schiacciante presenza maschile. Debbie decide allora di ideare giochi che sviluppino le capacità tecniche e manuali delle bambine, sfruttando in loro creatività e capacità narrative ed evitando volutamente scatolame rosa o qualunque altro stereotipo. Nasce così la Goldie Blox, nome che fa verso a Goldie Locks, ovvero “Riccioli d’oro” protagonista della famosissima fiaba e testimonial in versione cartone animato sulle scatole dei giocattoli, ovviamente spettinata e in salopette.
Per finanziare il progetto, Debbie si affida al sito Kickstarter che si occupa di crowd founding, ovvero raccolta fondi dal basso e non tramite sponsorizzazioni o prestiti. In due settimane Debbie supera già la cifra di cui aveva bisogno, gli ordini per i giocattoli Goldie Blox iniziano ad arrivare e anche la multinazionale Toys’R’Us decide di inserirli nel proprio catalogo.
«Alla Goldie Blox il nostro obiettivo è far costruire le ragazze-spiega il sito ufficiale, e prosegue – in un mondo dove il numero di uomini che lavora nel campo scientifico, matematico, tecnologico e ingegneristico supera di molto quello delle donne e le ragazze perdono interesse in queste materie già all’età di otto anni, Goldie Blox è determinata a ribaltare l’equazione. Le costruzioni sviluppano l’interesse in queste materie ma, da centinaia di anni, sono considerate giochi per maschietti.»
Su questa stessa linea il video pubblicitario dell’azienda, dove le bambine protagoniste non rinunciano agli oggetti con cui giocherebbero di solito (tutù, peluches, coroncine…) ma li integrano con quelli considerati da maschio (martelli, skateboard e caschetti); è questo il punto davvero ben riuscito della campagna Goldie Blox: non mascolinizzarsi per accedere ai giochi –e, di conseguenza, alle professioni- maschili, ma arrivarci mantenendo la propria identità femminile che va oltre il binomio, imperante ormai dagli anni ’50, “Pink & Barbie”.
Eliana Rizzi
19 dicembre 2013