La Fai propone di premiare il camionista che ha difeso la bimba in autostrada
Quante volte ci capita di detestare i camionisti, mentre percorriamo strade e autostrade, per vere o presunte scorrettezze di guida?
In questi giorni però uno si è distinto particolarmente per aver compiuto un vero atto di civiltà, approfittando delle dimensioni del suo mezzo, che ha usato non per esprimere prepotenza, bensì per una encomiabile azione che ha potenzialmente salvato la vita ad una bimba.
Ora c’è chi lo vuole ringraziare, chi lo vuole premiare, ma anche chi lo vuole semplicemente conoscere e guardare negli occhi un moderno eroe.
L’unico problema è che nessuno sa chi sia il nome di questo camionista che, con la sua prontezza di riflessi ha messo al sicuro la vita di una bimba di 8 anni appena rimasta ferita in uno schianto, effettuando una manovra pericolosa, per mettere il tir di traverso sull’autostrada, per proteggere la piccola Jihan, ora ricoverata in terapia intensiva dell’ospedale «Papa Giovanni XXIII».
La bimba, a motivo del gravissimo trauma cranico riportato nell’incidente, è stata sottoposta a due interventi chirurgici domenica e ad un terzo nella notte successiva, ora tutti stanno cercando il camionista, che subito dopo l’arrivo di ambulanza e polizia stradale e prima che qualcuno riuscisse a chiedergli il nome è sparito,
Di lui si hanno solo pochi indizi: l’immagine ricavata da un fotogramma delle telecamere della Società autostrade, la nazionalità del mezzo, cosa riferita dal padre della bimba, che ha rilevato il nome di una ditta della Bosnia, e che fosse un camion frigo Daf.
D’altra parte, dal momento che non è stato coinvolto nell’incidente la Polizia stradale non ha motivo di effettuare una ricerca. Sono in tanti però a cercare il camionista, prima di tutto il presidente dell’associazione che riunisce i camionisti possessori di CB, che ha detto: «Vorrei incontrarlo per stringergli la mano e ringraziarlo per ciò che ha fatto per noi». Poi anche Paolo Uggè, presidente nazionale della Federazione autotrasportatori italiani, che ha detto:«Il comportamento di quel collega è stato encomiabile, e ha dimostrato grande generosità. Per questo chiedo a tutti i nostri iscritti che possono offrire notizie su come individuare il conducente di mettersi in contatto con la nostra segreteria. Vogliamo che il suo atto di grande altruismo non passi sotto silenzio. Dipenderà tutto da lui e dal fatto che nel frattempo abbia raccontato a qualcuno ciò che è accaduto, altrimenti sarà difficile».
Il Fai inoltre propone di premiare l’anonimo camionista e nell’occasione il segretario bergamasco Doriano Bendotti ha dichiarato: «Il suo gesto dimostra che i camionisti non sono dei killer come spesso si dice, anche se c’è chi sbaglia, come quello che pare sia stato coinvolto nell’incidente e non si è fermato. Ma proprio perché trascorrono molto tempo alla guida, lontani dalle loro famiglie, i camionisti vivono la strada come una casa. Per questo sono capaci di gesti di grande umanità come quello di domenica. Chiedo che il Presidente della Repubblica assegni a quel camionista un riconoscimento ufficiale».
Siamo quindi felici di poter contribuire, in qualche misura, a rintracciare questa persona dal cuore generoso.
Sebastiano Di Mauro
7 settembre 2013