Cos’è Davos e perché è così importante?
Il Forum Economico Mondiale si riunisce ogni anno dalla sua nascita nel 1971. Quest’anno si terrà tra il 15 e il 19 gennaio. Ma perché Davos, come viene comunemente chiamato, è così importante?
In qualsiasi momento dell’anno, Davos non è che una normale stazione sciistica delle Alpi svizzere. Ma per una settimana in gennaio, diventa il centro dell’attenzione del mondo intero, quando le élite mondiali – una selezione accurata di delegati provenienti dal multinazionale, governi, società civile, media e mondo accademico – convergono tutte verso la piccola città alpina per la riunione annuale del Forum Economico Mondiale (WEF). Il motivo? Discutere del futuro del nostro pianeta e i problemi più urgenti in quel momento storico.
Nel 2024, l’incontro sarà incentrato sulla ricostruzione della fiducia in un mondo in rapida trasformazione. Viviamo in un’epoca di crescente policirisi geopolitica, di nuove politiche economiche plasmate dalla crisi climatica e di rapido progresso delle tecnologie come l’Intelligenza Artificiale.
Gestire queste importanti cambiamenti richiede la (ri)costruzione della fiducia degli utenti su tre livelli: nel futuro, all’interno della società e tra le Nazioni.
Le fratture geopolitiche, la pervasiva crisi del costo della vita, la precarietà dell’energia e della sicurezza alimentare, e, naturalmente, l’intensificarsi dell’emergenza climatica rimangono al centro dell’attenzione.
I conflitti devastanti, pur rimanendo “isolati”, continuano ad imperversare e le turbolenze finanziarie sono ancora molto preoccupanti, nonostante l’economia globale stia scongiurando la recessione.
I delegati di Davos 2024 esploreranno così temi come le relazioni multilaterali, identificando aree in cui la cooperazione è essenziale per garantire uno scenario vantaggioso per tutti gli stakeholder, l’utilizzo dell’IA a beneficio di tutti i membri della società, come vero volano per l’economia e la società, il mantenimento della forza propulsiva della COP28, con una strategia a lungo termine per il clima, la natura e l’energia e il mantenimento di un sistema commerciale aperto, favorendo competitività, innovazione e capitale umano.
Perché andare a Davos? Il WEF è stato fondato nel 1971 da Klaus Schwab, economista e professore svizzero, con l’obbiettivo di favorire la cooperazione mondiale sulle questioni politiche, sociali ed economiche.
Il fine dell’organizzazione internazionale senza scopo di lucro, la cui sede è Ginevra, era, e rimane, la promozione della cooperazione tra i settori pubblico e privato per riflettere sui problemi mondiali e le possibili soluzioni, fine che rimane uno dei suoi principi fondatori e risponde alla sua missione: “Impegnato a migliorare lo stato del mondo”.
I sentimenti di imparzialità e indipendenza, privati da interessi personali, sono stati da sempre al centro delle critiche. Tenendo conto della giustapposizione di agende in concorrenza tra loro e di sovrapposizione delle sfere politica e commerciale, il WEF è spesso nella linea di tiro degli antagonisti che pretendono che si tratti di una forza maligna nel mondo.
Il corrispondente economico del New York Times Peter Goodman ha sottolineato nel suo libro “Davos Man”, la contraddizione nel chiedere ai miliardari e alle élite accusate di essere all’origine dei più grandi problemi del mondo di trovare il modo di risolverli.
Una delle maggiori critiche rivolte ogni anno agli organizzatori dell’evento è per esempio l’ipocrisia di mettere all’ordine del giorno la crisi climatica quando un partecipante su dieci arriva con aerei privati.
Un salotto di scambi di idee per i ricchi e i potenti della terra? No, Davos è un foro senza precedenti dove è possibile discutere e dibattere su scala mondiale, e che ha nel suo medagliere importanti successi raccolti nei suoi 54 anni di storia. Alcuni esempi?
Nel 1976 viene costruito un ponte tra mondo arabo e Occidente dopo la crisi innescata dalla Guerra arabo-israeliana del 1973 e viene lanciato un programma per le economie emergenti in tandem con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO). Il 1979 vede l’apertura delle porte alla Cina.
Per sottolineare la sua appartenenza globale e che la politica economica fosse in prima linea nelle sue attività, il Forum europeo di gestione diventa ufficialmente il Forum Economico Mondiale nel 1987, anno che vedrà anche l’inizio della fine della guerra fredda.
Nel 1988, un accordo firmato durante la riunione, conosciuto come Dichiarazione di Davos, ha permesso di aiutare la Turchia e la Grecia ad evitare un conflitto armato.
Ancora una volta è a Davos, nel 1992, che Nelson Mandela e il Presidente sudafricano de Klerk, hanno fatto la loro prima apparizione congiunta sulla scena internazionale. Senza dubbio una tappa importante verso la fine dell’apartheid. La coppia otterrà il premio Nobel per la pace l’anno successivo.
È qui che nasce nel 1998 l’idea del G20 e che nel 2000 l’Alliance mondiale pour les vaccins et la vaccination (Gavi) viene lanciata permettendo l’accesso ai vaccini per milioni di persone.
Nel 2007, il Global Risk Report del Forum avverte che un’esplosione dei prezzi degli asset sarebbe stato uno dei principali rischi che il mondo avrebbe dovuto affrontare. Ma afferma anche che la rivoluzione tecnologica, che alla fine avrebbe sostenuto la Quarta Rivoluzione Industriale (2016), era ben avviata.
Il 2018 è stato caratterizzato da un livello di partecipazione politica molto alto: tra i capi di Stato figurano la Cancelliera tedesca Angela Merkel, il nuovo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il Primo Ministro indiano Narendra Modi, il Presidente francese Emmanuel Macron, il Primo Ministro britannico Theresa May e il Premier italiano Paolo Gentiloni. Sul piano geopolitico, il Primo Ministro greco Tsipras incontra l’omologo macedone Zoran Zaev, accettando di nominare un’autostrada “Amicizia”, come parte di un progresso amichevole su una disputa di lunga data sul nome nella regione.
Nel 2020 si festeggia il 50mo anniversario del WEF e viene pubblicato un nuovo Manifesto di Davos che stabilisce che il WEF è volto al “capitalismo degli stakeholder “, che postula che una società dovrebbe fornire valore sono solo agli azionisti ma anche a coloro che hanno interesse nel destino dell’azienda, compresi i dipendenti, la società e il pianeta. Si cerca anche di assistere i governi e le istituzioni internazionali nel monitorare i progressi verso l’Accordo di Parigi e gli Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Davos non è dunque un salotto qualunque.
Quali sono i punti in comune tra Donald Trump, Greta Thunberg e Elton John? Apparentemente nessuno, se non il fatto che ognuno di loro ha fatto la “sua” Davos.
Una delle cose che rende unico Davos è le persone che fanno Davos. Benché venga criticato come luogo di incontro per l’1% dei privilegiati del mondo, è anche vero che è qui che le persone vengono a provare a far pressione ed influenzare queste potenti élite che a loro volta possono mettere la loro influenza su scala mondiale.
Se si possono vedere i potenti della terra, è regola che vi partecipino anche industriali, intellettuali, vertici di ONG, innovatori, media, società civile, militanti di tutte le confessioni – perfino celebrità del momento.
E sono tutti straordinariamente nello stesso luogo allo stesso momento. Lungo la Promenade, l’arteria principale di Davos, troviamo quello che si definisce “case” dove le imprese possono affittare degli spazi per accogliere i visitatori e organizzare riunioni. I più informati affermano che a Davos anche un incontro nell’ascensore dell’albergo “giusto” può fare la differenza.
Nel 2023 c’erano più di 2000 delegati, tra cui John Kerry, Olaf Scholz, Christine Lagarde, Jenz Stoltenberg, Ursula von der Leyen e molti altri nomi di alto profilo.
Nel 2024, l’incontro annuale accoglierà oltre 100 governi di tutto il mondo, tutte le principali organizzazioni internazionali e 1000 aziende partner del WEF, nonché leader della società civile, leader emergenti, i massimi esperti in una vasta gamma di settori, imprenditori sociali e rappresentanti dei media.
Per gli esperti, il valore dell’incontro di Davos sta nell’interazione di una moltitudine di diversi tipi di entità: startup, organizzazioni non profit, organizzazioni governative, imprese. Si parla di un nuovo ordine mondiale, e il fatto di stare insieme di persona e scambiare idee può essere parte importante di questo cambiamento.
Mentre si accendono i riflettori sui nomi noti, sono le interazioni più piccole che possono fare la differenza.