Più distanza tra politica e giovani con l’assenza di una legge sul voto dei fuorisede
Attualità
7 Settembre 2022

Più distanza tra politica e giovani con l’assenza di una legge sul voto dei fuorisede

Anche in questa legislatura non sono state introdotte iniziative per agevolare il voto dei fuorisede e il 25 settembre non tutti i cittadini che vivono in un comune lontano da quello di residenza riusciranno a spostarsi. Tra queste persone ci sono molti giovani studenti che, pur volendo partecipare alle consultazioni, saranno costretti ad astenersi.

di Paola de Majo

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Con la fine delle vacanze estive per la maggior parte degli italiani, la campagna elettorale è entrata nel vivo in vista dell’imminente voto per il rinnovo del Parlamento.  E proprio in questi giorni hanno fatto il loro ingresso alcuni leader politici sul popolare social network tik tok, per cercare di aumentare i loro consensi.

Una scelta che è stata molto discussa perché ha messo in evidenza il tentativo di cercare un maggiore confronto con gli elettori più giovani – che notoriamente fanno largo uso di questa piattaforma – solo nelle ultime settimane che precedono le elezioni. Invece di coinvolgere le nuove generazioni nel dibattito sui grandi temi che li riguardano, nel corso del tempo, per favorire un loro avvicinamento alla classe politica che spesso guardano con scetticismo e delusione.   

Questa distanza tra politica e giovani trova il suo emblema nell’irrisolta questione che riguarda il voto dei fuorisede, che interessa migliaia di studenti e lavoratori con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni.

Una lacuna normativa che ostacola l’accesso allo strumento primario che hanno i cittadini per partecipare alla vita pubblica: il diritto di scegliere da chi essere rappresentati nelle assemblee legislative.

Si arriva infatti, ancora una volta, a delle consultazioni elettorali senza aver introdotto delle misure che possano agevolare l’esercizio del voto di chi non vive nel proprio comune di residenza.

I fuorisede possono contare solo su delle parziali agevolazioni economiche che applicano aziende e compagnie su biglietti di treni, navi, bus e aerei, per affrontare il viaggio necessario per raggiungere il luogo in cui sono obbligati a votare.

Eppure in altri casi la legge riconosce metodi alternativi per esercitare il proprio voto, come per i cittadini residenti all’estero che possono partecipare alle elezioni politiche e ai referendum votando per corrispondenza; mentre in occasione delle consultazioni europee, possono raggiungere le rappresentanze diplomatiche e consolari per esprimere in quella sede la loro preferenza.

Inoltre, l’attuale legge elettorale prevede un’ulteriore ipotesi di voto a distanza la cui esistenza rende ancora più paradossale l’impossibilità per i fuorisede in Italia di poter votare nel luogo in cui vivono, a prescindere dalla residenza.

Il Rosatellum infatti riconosce l’esercizio del voto per corrispondenza agli italiani che, per un periodo di almeno tre mesi, per ragioni lavorative, di studio o per sottoporsi a cure mediche, si trovino in un Paese estero in cui non sono residenti ed estende la medesima prerogativa ai familiari conviventi.

In definitiva, è più semplice votare per un italiano residente in Inghilterra, o che si trovi lì per motivi di studio o di lavoro, che per un fuorisede in Italia.

Proposte di legge in Parlamento

Prima che cadesse il governo Draghi, presso la commissione Affari costituzionali della Camera era in corso la discussione di cinque proposte di legge per riconoscere ai fuorisede la possibilità di votare in un comune diverso da quello di residenza. Il parere del Ministero dell’Interno ha poi rallentato l’iter di esame dei testi, sollevando alcuni dubbi sulle modalità tecniche attraverso cui stabilire un’alternativa al voto nel luogo di residenza – dal voto per corrispondenza a quello in prefettura – e ritenendo fossero a rischio le condizioni previste dalla costituzione all’art. 48 per esercitare il diritto di voto.

Si stava comunque procedendo per superare ogni obiezione nel rispetto dei principi di integrità, segretezza e libertà del voto, per l’approvazione di un testo definitivo che avrebbe finalmente archiviato l’annosa questione in questa legislatura.

Successivamente lo scioglimento anticipato delle Camere e l’indizione di nuove elezioni hanno bloccato il percorso per addivenire ad una legge. E nonostante, anche in questi giorni, alcuni esponenti politici invochino l’introduzione di urgenti iniziative da parte del governo per agevolare l’esercizio del voto ai fuorisede, non sembra ci siano le condizioni per sciogliere questo nodo prima della data del voto.

Astensionismo involontario

Esistono quindi tanti cittadini che contro la loro volontà fanno parte della schiera degli astensionisti perché – per motivi di studio, di lavoro o personali – non hanno la possibilità di affrontare lunghi viaggi per raggiungere il luogo di residenza, dove sono tenuti a votare.

E anche il prossimo 25 settembre circa 5 milioni di elettori fuorisede rischiano di non poter esercitare il loro diritto. Tra loro ci sono tanti giovani che vengono di fatto esclusi dal processo democratico che consente di incidere sulle scelte per il Paese.