“L’Altra America”: viaggio nello spazio profondo degli Stati Uniti
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1 Aprile 2022

“L’Altra America”: viaggio nello spazio profondo degli Stati Uniti

l'altra america

di Damiano Rossi

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Nel fitto sottobosco USA si intrecciano radici ataviche, l’Altra America profonda si snoda nello spazio pulsante del suolo americano lontano dai riflettori di Hollywood e dai grattacieli luccicanti di Manhattan.

Non pancia d’America, metaforica parafrasi di velato disprezzo, ma cuore pulsante di uno stato-civiltà attraversato da faglie profonde, cicatrici mai cauterizzate dall’ombrello della società aperta e dell’American Dream. Una guerra civile interna mai doma tra poli in opposizione: centro-periferia, governo centrale-autonomia libertaria, mistero messianico-realismo capitalista.

Il viaggio nel libro di Federico Franzin

L’Altra America” di Federico Franzin, per le edizioni Passaggio Al Bosco, è un percorso lucido tra emozioni pulsanti, tra coloro che infuriano in una guerra magmatica che attraversa le fondamenta stesse degli Stati Uniti e la sua identità più profonda.

Movimenti, organizzazioni che nel cuore dell’impero del dollaro alzano la loro voce rispetto ad una narrazione che vorrebbe gli Stati Uniti realtà nazionale uniforme e maturamente doma. “L’Altra America” rivela sotto la pellicola mainstream, primo strato fragile di un’epidermide frammentaria, il ribollire magmatico di una vitalità feroce, spesso ferina e aggressiva, ma reale e attiva.

La guida di Franzin ci permette di comprendere e di dare rilievo a fatti, luoghi e persone, difficilmente comprensibili senza un’analisi che scavi profondamente, anche in modo disturbante per chi non avvezzo alle gravi profondità, nei destini della “nazione indispensabile”.

George Floyd, i disordini di Charlottesville, il suprematismo bianco, l’assalto al Campidoglio e Qanon, non sono macchie irregolari di una corsa diafana al progresso democratico e multietnico a stelle e strisce, ma sono punti di emersione di ciò che cova sotto la cenere, delle rivendicazioni degli sconfitti, pronti ad imbracciare anche le armi, e delle responsabilità dei presunti vincitori.

Dal Ku Klux Klan alle milizie rurali: il cuore segreto d’America

Il libro “L’altra America” ci conduce allora a Pulansky, nel Tennesse, dove nel 1865 nasce l’impero invisibile del Ku Klux Klan, la fratellanza segreta nata al tramonto della guerra di successione come forma di rivendicazione identitaria del Sud e poi divenuta, nelle sue molteplici ricostituzioni, simbolo del suprematismo bianco e della discriminazione razziale.

Le pagine si snodano precise nella definizione della galassia del suprematismo bianco made in USA, costellato da movimenti anche molto diversificati pronti a rivendicare l’autonomia razziale rispetto a modelli sociali multiculturali.

Gruppi per concezione ideologica, fondamenti e obiettivi anche radicalmente diversi: dal suprematismo messianico della Christian Identity, come The Order di Robert Jay Mathews, alle forti influenze neopagane delle famose 14 Words di David Lane, padre ideologico del wotanesimo in terra americana.

Fonte: lavocediNewYork

Altro simbolo della divisione tra conglomerati urbani e realtà rurali, tra i fenomeni più specifici degli Stati Uniti è quello delle diffuse milizie locali. Fortemente ancorate ad una visione antigovernativa e sostenitori di un’autonomia fondata sulla proprietà della terra, questi gruppi sono largamente presenti nella profondità agricole americane e strutturati sulla centralità dei nuclei famigliari di appartenenza: dalla milizia dell’Oregon e del Michigan, ai difensori dei principi costituzionali in armi, gli Oath Keepers.

Tali gruppi fortemente armati e preparati militarmente rappresentano fisicamente la percezione visibile delle due Americhe, apparentemente unite ma profondamente divise, lo specchio incrinato dell’Altra America.