Crisi ucraina: incontro tra Macron e Putin non porta ad un accordo

I rapporti tesi a livello internazionale tra Ucraina e Russia hanno innescato una grave crisi di sicurezza che fa temere il rischio di un conflitto aperto in Europa.
Le origini della crisi ucraina risalgono al 2014 con lo scontro armato del Donbass, a est del Paese, tra le forze ucraine e i separatisti filorussi. Nel tempo si è assistito ad un progressivo aumento di tensioni tra Ucraina e Russia a causa del fallimento degli accordi di pace di Minsk e nondimeno per l’opposizione russa a che l’Ucraina entri a far parte della Nato, come chiede da tempo. Fino a quando, la Russia, a partire dalla primavera 2021, ha iniziato ad inviare le proprie truppe al confine ucraino, rafforzandone la presenza in modo regolare dallo scorso novembre con l’invio di oltre centomila militari.
L’obiettivo di Mosca è quello di evitare un’ulteriore espansione a est dell’Alleanza Atlantica e mantenere la propria influenza in Ucraina, Paese con cui condivide i confini e da cui transita il gas russo fornito all’Europa.
Per scongiurare un evolversi della crisi con un attacco su larga scala dell’Ucraina, da settimane proseguono le trattative dell’Occidente.
Incontro Putin e Macron del 7 febbraio 2022
Su questa scia, ieri a Mosca si è tenuto un importante incontro bilaterale tra il presidente russo, Vladimir Putin e quello francese, Emmanuel Macron, il quale per definire la posizione da assumere, si era precedentemente confrontato con il presidente Usa, Joe Biden, il primo ministro inglese, Boris Johnson, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg e i Premier dei tre Paesi baltici.
Durante il colloquio, durato circa sei ore, i due leader sono apparsi seduti agli estremi di un lungo tavolo che li divideva per molti metri, immagine che è apparsa emblematica delle loro posizioni lontane e contrapposte. Macron riferisce di aver presentato delle proposte per superare la crisi ucraina attraverso l’impegno delle parti a non perseguire azioni militari, a intraprendere un dialogo sulla nuova sicurezza strategica e a impegnarsi per rilanciare il processo di pace nel Donbass.
Al termine del confronto con il presidente francese, sebbene Putin abbia assicurato di essere disposto a raggiungere compromessi, Russia e Francia non hanno definito alcuna intesa sulla crisi ucraina. Macron non ha così raggiunto l’ambizioso scopo che si era prefisso di persuadere il suo interlocutore a ritirare le truppe schierate ai confini con l’Ucraina.
Rafforzamento di Putin
Il leader russo, pertanto, sembra sia uscito rafforzato e determinato nell’indurre l’Occidente a dare seguito alle proprie istanze.
Infatti, dopo l’incontro tra i due capi di Stato, nel corso di una conferenza stampa, alla domanda «vuole invadere l’Ucraina?», Putin ha ribadito quali sono i paletti per la Russia a qualunque soluzione della crisi, riferendosi alla loro opposizione all’entrata nella Nato dell’Ucraina e ad una rivendicazione di quest’ultima della Crimea, annessa alla federazione russa nel 2014. Eventi che scatenerebbero una guerra tra Russia e Nato, che, secondo Putin, «non avrebbe vincitori». Inoltre, lo stesso ha espresso contrarietà al dispiegamento di truppe della Nato alle frontiere russe.
Intanto continua l’attività di mediazione di Macron per far rientrare la crisi ucraina. Oggi il leader frencese è arrivato a Kiev per incontrare il Presidente dell’Ucraina, Volodymir Zelensky, al quale nella giornata di ieri aveva espresso il suo omaggio per il «sangue freddo» mostrato, nonostante sia a capo di un Paese che ha migliaia di soldati russi ammassati alle sue frontiere.