Semestre bianco: dal 3 agosto Mattarella non potrà più sciogliere le Camere

Si va verso la fine del settennato al Quirinale del presidente Sergio Mattarella, in un periodo inedito che vede l’Italia fronteggiare le sfide di una crisi sanitaria, sociale ed economica.
Ed è proprio la situazione di emergenza e la necessità di gestirne le conseguenze con tempestività che portarono Mattarella ad incaricare Mario Draghi per guidare un governo istituzionale piuttosto che avviare l’iter delle elezioni anticipate, finito il governo Conte bis.
In questo scenario, il prossimo 3 agosto avrà inizio il cosiddetto semestre bianco, durante il quale gli equilibri sui quali si fonda l’azione di questo governo potrebbero essere profondamente turbati.
Ma cosa è il semestre bianco?
Il semestre bianco corrisponde agli ultimi sei mesi di mandato del presidente della Repubblica, dopo i quali il Parlamento in seduta comune dovrà eleggere un nuovo Capo dello Stato.
Fonte giuridica del semestre bianco è l’art. 88 della Costituzione che stabilisce: “Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura.”
Quindi durante questo periodo il presidente perde il potere di sciogliere le Camere prima del termine naturale di scadenza della legislatura. Unica eccezione a questa regola è il caso in cui il semestre bianco coincide con gli ultimi sei mesi della legislatura.
La motivazione che ha portato all’introduzione del divieto di disporre elezioni anticipate verso la fine del mandato presidenziale è quella di escludere che il presidente uscente possa ricorrere a nuove consultazioni elettorali, per vedersi prorogare i poteri con l’intento di avvantaggiarsi di una maggioranza favorevole alla sua rielezione.
Dinamiche politiche durante il semestre bianco
Ma se durante il semestre bianco la Costituzione ha previsto un forte limite alle prerogative del presidente per salvaguardare l’assetto istituzionale, quest’ultimo, nell’attuale fase politica, potrebbe risentire delle fibrillazioni di quei partiti interessati ad approfittare dell’indebolimento dei poteri del PdR per compromettere il percorso del governo istituzionale.
L’esecutivo Draghi infatti, pur sostenuto da un’ampia maggioranza, vede insieme gruppi politici notoriamente molto distanti tra loro sul piano ideologico, i quali non nascondono l’insofferenza di dover “convivere” nella maggioranza di governo. Oltretutto questa condizione è destinata inevitabilmente ad accentuarsi in vista delle prossime competizioni elettorali a livello amministrativo, che si terranno in autunno.
D’altro canto, pur non potendo sciogliere le Camere, durante il semestre bianco il capo dello Stato continua a mantenere tutti gli altri importanti strumenti e funzioni che la Costituzione gli riconosce per svolgere il proprio fondamentale ruolo, anche qualora dovesse essere messa a rischio la stabilità del governo. Ipotesi in cui non va inoltre tralasciato il potere che ha di esercitare, da prassi consolidata, una moral suasion nei confronti dei gruppi politici per far valere sopra ogni altro interesse quello prevalente della nazione.