Conte si dimette, crisi di governo ufficiale. Prossime tappe

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, stamattina, è salito al Quirinale è ha rassegnato le proprie dimissioni. È stata quindi aperta formalmente una crisi di governo extraparlamentare, determinata dalle dimissioni spontanee del presidente e non successiva ad un voto di sfiducia in Parlamento (crisi parlamentare).
Sembra chiaro che Conte abbia deciso di dimettersi, prima del voto sulla relazione in materia di giustizia del ministro Alfonso Bonafede. Soprattutto al Senato, mancavano i numeri e con l’eventuale venir meno di una maggioranza a sostegno dell’esecutivo, difficilmente il Presidente dimissionario avrebbe avuto l’opportunità, che auspica, di ottenere un reincarico per formare un nuovo governo.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha preso atto delle dimissioni, riservandosi di decidere, intanto ha invitato il governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti e annunciato le consultazioni che saranno avviate nel pomeriggio di domani, mercoledì 27 gennaio.
Cosa succede con l’inizio delle consultazioni
La fase delle consultazioni, tenuta per prassi costituzionale, si svolge con dei colloqui istituzionali, attraverso i quali il Presidente della Repubblica verifica se esiste o meno, la possibilità di formare una maggioranza in Parlamento. Saranno sentiti il presidente del Senato Elisabetta Casellati, quello della Camera Roberto Fico e i leader delle forze politiche.
Se con le interlocuzioni non si arriva a risultati apprezzabili, il presidente può conferire un mandato esplorativo ad una figura istituzionale, per appurare se esiste la possibilità di formare una nuova maggioranza. Si tratta di un’ulteriore prassi che rappresenta una continuazione della fase delle consultazioni, che vengono proseguite da chi assume l’incarico per conto del presidente della Repubblica. Il mandato esplorativo viene assegnato generalmente al presidente del Senato o della Camera, se non al presidente del consiglio uscente.
Diversamente, se non si conferisce un mandato esplorativo, dopo le consultazioni, il presidente può direttamente decidere di assegnare un incarico per formare un nuovo governo.
Solo se si verifica l’impossibilità di formare una nuova maggioranza, il presidente scioglierà le Camere, atto che precede l’indizione di nuove elezioni politiche.
In definitiva, solo con l’esito delle consultazioni, sapremo se si andrà verso un Conte-ter, la nomina di un altro presidente del consiglio o le elezioni.
Posizioni dei partiti
Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali si dichiarano uniti nel sostenere un altro governo Conte. Sembra, inoltre, non più esclusa a priori la possibilità di rientro in maggioranza di Italia Viva, che in serata terrà un’assemblea per stabilire la posizione del partito, nell’ambito della crisi aperta con le dimissioni di Conte.
Lega e Fratelli d’Italia invocano le elezioni, mentre Forza Italia si è espressa anche per la possibilità di un governo di unità nazionale. I tre partiti di centrodestra si sono riuniti nel pomeriggio per interloquire e, alla fine dell’incontro, hanno fatto sapere di aver chiesto al presidente della Repubblica di partecipare alle consultazioni con una delegazione unitaria.
Restiamo in attesa, quindi, degli sviluppi della crisi, con l’unica certezza che, questa volta, se si dovesse formare una nuova maggioranza in Parlamento, dovrà essere ampia e solida, per avere un governo stabile e capace di far fronte alle proprie responsabilità.