Espressione muta e pur tanto parlata delle emozioni e della mente, l’arte non conosce confini geografici, non permette barriere e limitazioni. Così che vari linguaggi s’intrecciano oltrepassando certi ponti e incontrandosi non per mettersi al confronto competitivo ma per un dialogo, un interscambio costruttivo , quell’incontro delle differenze che riesce a creare l’armonia della sintesi propositiva.
Alla Galleria “Il Mondo dell’Arte” al Palazzo Margutta, da anni si ripercorre questo sentiero di intenti. E in questo scorcio di fine inverno, lo Spazio della storica via romana attivo da quasi quaranta anni, nella collettiva “Linguaggi diversi” accoglie le diversità di sei artisti : Silvia Faria, Filip Jovanovic, Mario Liberace, Gianni Manni, Paola Guia Muccioli (in arte Guia) e Ivana Protic.
“In quest’esposizione – ha detto il Maestro Elvino Echeoni, Presidente dell’Associazione Margutta Arte – abbiamo cercato di mettere ancora più in evidenza le differenze stilistiche e tematiche di questi artisti, sia italiani che stranieri, di provenienza, non soltanto culturale, assolutamente diversa. Così facendo siamo riusciti, a mio avviso, a presentare visioni differenti della realtà da cui prendono forma lavori eterogenei ma ugualmente coinvolgenti”.
La collettiva si configura nell’abbraccio di quelle istanze del postmoderno che hanno attraversato il ‘900 e che ogni artista ha saputo elaborare in modo soggettivo, tenendosi fedele alla propria cultura d’origine e alle proprie motivazioni interiori. Cosicchè, dalla tela alla scultura, ne esce un incontro di espressioni variegate e suggestive, di esperienze professionali già vissute ed alcuni approcci giovanili che cercano spazio in avventure di assoluta libertà. Il dialogo è fra gli artisti e fra gli artisti e il pubblico.
Sono un piacere per l’occhio le tele di Guia ( fig.1) . Alla padronanza della tecnica compositiva e coloristica, subentra il quid dell’irrazionale, che non riempie la tela ma ne centellina gli spazi seguendo un andamento quasi controllato degli impulsi. Ne nascono immagini oniriche sfumate e contrazioni informali in una delicata sintesi di seduzioni cromatiche .
Non sfugge l’abilità di Gianni Manni, attestatosi nei due filoni della scultura in terracotta, a grandezza naturale (fig.2) , e nella plasticità aerea delle opere in bronzo. Nella sperimentazione su tela, l’esperienza lo conduce verso l’avventura informale con un impatto visivo di sicura suggestione emotiva. Né si resta indifferenti alla poetica astratta del campano Mario Liberace, il quale, staccandosi dall’iniziale periodo post-impressionistico, si evolve nell’abbandono del figurativo lanciandosi in dimensioni cosmiche “destrutturanti della materia”.
I più giovani navigano nel loro territorio, nella loro acqua di comunicazione mediatica, significante nel fetish femminile di Ivana Protic ( fig. 3), ereditato dal pop ma che prende le distanze dal linguaggio fumettistico di Warhol. Così dal pop hanno origine le “fotografie” dipinte di Filip Jovanovic , filtrate nella percezione visiva di un colorato film iperrealistico. Dall’est europeo dei primi due artisti, Silvia Faria è originaria del Brasile e di quei luoghi caldi esprime i colori e le sue pulsioni, in una scrittura spontanea volutamente libera da imposizioni accademiche.
La Mostra è stata curata dal Maestro Elvino Echeoni unitamente a Remo Panacchia e Adriano Chiusuri, e l’appuntamento per il vernissage cocktail è fissato per sabato 23 febbraio, dalle 18.30 alle 22.00, presso:
Galleria “Il Mondo dell’Arte” – Via Margutta, 55
Mostra aperta fino al 2 marzo 2013 nei seguenti orari:
– dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00
– domenica pomeriggio aperto – lunedì mattina chiuso
Angela Grazia Arcuri
Roma, 22 febbraio 2013