Progetto 2016 do ut do: i valori dell’abitare
Con la locuzione “do ut des”, i latini indicavano un tipo di contratto innominato, che si configura quando ad una prestazione già eseguita, ne corrisponde una futura in cambio. Essa si usa anche con significato più generico, per indicare una strategia di comportamento sociale relativa a favori che si fanno nella previsione di riceverne di adeguati in cambio. Non è però un errore di battitura il titolo dato dalla Fondazione Hospice Seràgnoli al progetto biennale “do ut do”, dare per dare, presentato all’Università Statale di Milano giovedi 14 aprile 2016.
Si tratta infatti di un progetto biennale di beneficenza, contraddistinto da gratuità e arte, arrivato quest’anno alla sua terza edizione, finalizzato a migliorare la qualità della vita e alleviare le sofferenze dei pazienti con malattie inguaribili, sostenere le loro famiglie e diffondere la cultura delle Cure Palliative.
Dal 2012 esso ha visto coinvolte personalità del mondo dell’arte, del cinema, del design, della moda, della musica, nella raccolta fondi. Ricordiamo Yoko Ono, madrina della prima edizione dedicata all’arte contemporanea, I Masbedo, padrini della seconda sul design internazionale e Dario Fo, padrino di questa edizione che è nel segno del virtuale.
Dodici tra celebri architetti e designer hanno infatti accettato di disegnare gratuitamente le stanze di una casa virtuale progettata da Alessandro Mendini: Alberto Biagetti, Mario Cucinella, Riccardo Dalisi, Michele De Lucchi, Stefano Giovannoni, Alessandro Guerriero, Massimo Iosa Ghini, Daniel Libeskind, Angelo Naj Oleari, che progetta il giardino, Terri Pecora, Renzo Piano, Claudio Silvestrin.
Ogni stanza sarà dedicata non ad una precisa funzionalità, ma ad un valore che compone la qualità della vita di modo che la somma dei valori delle stanze dia la mappa dei valori di una comunità. I disegni bidimensionali, saranno sviluppati in tridimensione e inseriti nella blackbox di cinque musei: Madre di Napoli, Maxxi di Roma, Mart di Rovereto, Mambo di Bologna, Mast di Bologna.
In questi musei, che diventano cosi luoghi dove la realtà diventa ridefinibile perchè legata alla contemporaneità e non isolata dalla stessa, sarà possibile la visualizzazione tridimensionale della casa, in un’immersione visiva totalmente autonoma. All’interno della casa do ut do poi, troveranno spazio le opere d’arte contemporanea e i pezzi unici donati da artisti e design coinvolti, sempre a titolo gratuito, nel progetto e destinati ad essere venduti in una serata di gala, al Mast di Bologna a fine ottobre 2016.
É possibile partecipare all’estrazione e conseguente assegnazione delle opere, acquistando un biglietto da do ut do, contribuendo cosi a sostenere le attività della Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus.
Segreteria do ut do: tel 051271060
www.doutdo.it info@doutdo.it