Se l’arte è espressione dei tempi, ogni artista se ne fa testimone, cronista della realtà esterna e nello stesso tempo scrittore di un diario personale e segreto.
Se, ancora, basandoci sulla straordinarietà degli accadimenti mondiali del secolo appena iniziato, ci aspettassimo che tutte le espressioni artistiche di oggi dovessero ispirarsi al clima di pessimismo imperante, alle provocazioni portate all’iperbole, c’è qualche artista che rimane fedele alle sue visioni di speranza, quella in un mondo diverso, a misura d’uomo.
A suscitare certe considerazioni ci aiutano sei artisti, che la Galleria romana “Il Mondo dell’Arte” di Via Margutta, ospiterà dal prossimo 7 giugno in collettiva. Il Maestro Elvino Echeoni, che ne è il direttore artistico insieme al socio Remo Panacchia, segue da sempre una sua linea direttiva nella scelta delle opere, privilegiando non a caso artisti di assoluta credibilità che, pur nei diversi linguaggi, possano coesistere nel comune o affine dialogo delle idee.
Infatti, “ tutti gli autori coinvolti nell’esposizione – illustra il Maestro Echeoni – affrontano temi diversi e presentano tecniche originali, dall’arte astratta polimaterica alla figurativa e minimalista”. E il gallerista Panacchia continua, precisando come “ pur provenendo gli artisti da situazioni culturali e formative assolutamente diverse, presentano visioni della realtà ugualmente coinvolgenti”.
Le considerazioni iniziali ci sono state mosse, come detto, dall’impatto con queste opere, che camminano sullo stesso binario di più o meno dichiarata denuncia dei tempi.
Herbert D’ambrosio (fig. 1), romano di nascita e umbro d’adozione, è uno di quegli artisti che non si lasciano travolgere, parlando con una scrittura di segni leggeri, volatili, adagiandosi in un sentire di impalpabili e rosee illusioni, di azzurri voli pindarici, di fiori mai colti nel prato verde delle speranze, di bolle di sapone di una iridescente memoria infantile, di ruote magiche della fortuna, di mongolfiere da Mago di Oz che s’incagliano in un corno di luna dondolandosi nel cielo come gondole . Favola della vita. Fuga e rifugio dalla realtà. Rivincita della natura che vuole ritrovare il suo Eden. In fondo, poetica ribellione, il voler rimanere in un guscio protettivo dalle violenze perpetrate sull’ambiente dalla mano dell’uomo diventata matrigna.
Fotografa invece la realtà il perugino Daniele Frenguellotti, nei suoi nudi femminili (fig.2) o maschili, disadorni di orpelli, ancorati alla terra o sospesi in un’atmosfera rarefatta appartenente all’onirico. La perfezione dell’immagine, da ricondurre in certo modo alle lezioni dell’iperrealismo, trasposta dal mezzo fotografico e favorita forse dalla sua esperienza nel “trompe l’oeil”, diventa mutevole rappresentazione simbolica, laddove l’artista si serve spesso di una “maschera” o di un volto incappucciato a significare le limitazioni dell’essere dettate dai condizionamenti sociali.
Esplode invece in un “cantico delle creature” l’artista umbra Carla Romani nella sua narrativa (fig. 3) di gusto naif, ma non certo ingenua nel segno grazie alla sua precisa preparazione artistica. L’elegante delicatezza della composizione e la padronanza della coloritura non inficiano la spontaneità di una ben chiara voglia di vivere a contatto delle verdi colline umbre.
Nella tecnica della “pirografia” si esprime Giuseppe D’Alessandro, leccese con numerosi successi artistici, i cui soggetti di sapore verista si ispirano alla gente e ai paesaggi del sua terra salentina. Mentre Silvia Scandariato, farmacista romana, da un inizio di disegni a china su carta, oggi lavora su tela e acrilico. L’essere autodidatta non compromette la validità dei suoi voli artistici, raffinate composizioni decorative ispirate alla natura. Incuriosisce invece il romano Enzo Lauretti , che dall’ iniziale interesse verso il metafisico, si rivolge in maturità alle installazioni polimateriche allo scopo di sperimentare nuove vie e mettersi in discussione.
Angela Grazia Arcuri
Roma, 4 giugno 2014.
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Galleria “Il Mondo dell’Arte” – Via Margutta, civico 55
Vernissage sabato 7 giugno 2014 : 18.30 – 22.00
Mostra aperta fino al 14 giugno
da mart. a sabato 10.00 -13.00 / 16.00-20.00
Domenica pom. aperto – lun.matt. chiuso – ingresso libero