Il ladro di anime di Sebastian Fitzek
Come si può rubare un’anima? Come un essere umano può annichilire completamente un altro soggetto, rendendolo prigioniero della sua stessa mente?
Evidentemente è possibile, come prova a raccontarci Sebastian Fitzek in uno dei suoi romanzi più particolari “Il ladro di anime” (Ed. Einaudi, 2019). Questo scrittore ha da sempre avuto la capacità di creare un’atmosfera che aleggia all’interno dei suoi libri in maniera quasi palpabile: qui succede la stessa cosa.
Tutto accade durante la notte della vigilia di Natale, mentre fuori si scatena la tormenta: all’interno di una lussuosa clinica psichiatrica alle porte di Berlino, medici e pazienti si accorgono con allarme e orrore che all’interno della struttura si è introdotto il famoso “ladro di anime”.
Questi non è altri se non un maniaco che sta terrorizzando la città ormai da molto tempo, del quale si conoscono soltanto i devastanti effetti provocati da un misterioso trattamento, in grado di spezzare la volontà delle sue vittime, rendendole dei meri involucri umani, insieme ai macabri indovinelli che lascia dietro di sé, come sua personale firma.
All’interno della clinica il gruppo capisce che l’unico modo per provare ad affrontarlo e a batterlo è quello di unirsi insieme tra di loro: Caspar si fa dunque portavoce di questa missione, quando però lui è il primo ad avere evidenti difficoltà in quanto per primo paziente.
Della sua storia si sa poco, in quanto lui stesso soffre di un’inspiegabile amnesia che ha cancellato completamente il suo passato e questo lo porta a muoversi con cautela nella terapia, in maniera spesso spaventata e confusa.
Di frequente la sua mente viene come colpita e attraversata da continue immagini inerenti al suol passato, che però sembrano essere così disconnesse, complicate, piene di nebbia: tentare di salvare se stesso, il gruppo di cui fa parte, le persone che gli sono intorno, facendo i conti con uno sconvolgente viaggio negli angoli più oscuri della propria psiche.
Un romanzo particolare e avvincente, sotto molteplici punti di vista, anche se vale la pena sottolineare quello principale: nel momento in cui si affronta la lettura di un libro appartenente al genere “psyco – thriller” ci si aspetta che sì, il killer sia spietato e che fisicamente torturi le proprie vittime fin a far perdere loro il controllo sulla propria mente.
Non ci si aspetta però di avere a che fare con un omicida che non sfiori quasi le proprie vittime, ma che riesca a ridurle dei vegetali senza anima, senza reazione, senza possibilità di poter esprimere nemmeno a parole o con un semplice gesto quello che la loro mente ha visto e che continua a vedere, perché da lì dentro non possono uscire.
La psichiatria è la branca specialistica della medicina che si occupa dello studio sperimentale, della prevenzione, della cura e della riabilitazione dei più svariati disturbi mentali: non è un qualcosa a cui tutti si possono avvicinare, ci va coraggio e dedizione oltre ad una pazienza che spesso può sfuggire di mano, nei momenti più sbagliati.
Il ladro di anime riesce a catturare le proprie vittime agendo in maniera selvaggia, ma scrupolosa, scegliendo i soggetti non a caso, ma bensì secondo un disegno logico e mentale che il lettore tenta di afferrare man mano che le pagine del libro si susseguono una dopo l’altra.
Così come nelle vittime il killer induce una letargia, gettandole in una spirale di sonno e veglia dalla quale non possono liberarsi da sole, nella stessa maniera nel lettore si sviluppa al contrario una frenesia mentale per cercare di capire cosa il ladro di anime sia veramente in grado di fare e soprattutto perché lo stia facendo.
“Si dice che gli uomini manifestino la loro vera natura nelle situazioni estreme. Quando le circostanze non permettono più di agire secondo i valori inculcati da anni di condizionamento esterno. Così una crisi diventa come un coltello affilato: toglie la buccia e lascia uscire il nocciolo, la condizione primigenia, non ancora formata e di solito dominata dall’istinto, in cui lo spirito di sopravvivenza prevale sulla morale”.
Il messaggio di uno scrittore che non solo calza a pennello con il contenuto di questo romanzo, che riesce ad appassionare la mente e il corpo, ma che può voler significare molto altro: sta a ognuno di noi saperlo fare proprio, nella propria mente, nella propria anima.