Bonus Fiscale: soddisfazione di Renzi, “abbiamo mantenuto la promessa e smentito i gufi”
Finito il Consiglio dei Ministri, con soddisfazione Renzi annuncia: “Gli 80 euro in busta paga arriveranno in busta paga fin dal mese di maggio. Il taglio all’Irpef è strutturale e riduciamo l’Irap del 10%, che scenderà al 3,5%. Tutto senza toccare la Sanità”. Questa volta niente slide, non ce n’è stato il tempo, ma dieci tweet per esporre le decisioni del consiglio dei ministri.
Sono contento, ha detto il premier, perchè smentiamo i gufi che hanno più volte auspicato che non ci fossero le coperture, ma anche e soprattutto perchè in generale si avvia un percorso di riorganizzazione dello Stato.
Abbiamo mantenuto la parola data, ribadiva ancora Renzi, alla faccia dei rosiconi. Poi affermava: ““Sta accadendo una cosa straordinaria. Stiamo restituendo denari agli italiani, perché non sono nostri, sono degli italiani”. E gli ormai famosi 80 euro in più in busta paga sono “una misura che non è una tantum, ma, appunto, strutturale”, ha detto Renzi. “Il testo del decreto è in fase di coordinamento con i singoli ministri e sarà in Gazzetta credo all’inizio della prossima settimana. Questo ci consentirà di dare i mitici 80 euro sin dal mese di maggio”.
Per quanto riguarda i tagli, ci saranno “massimo 5 vetture a ministero e i sottosegretari e i direttori generali andranno a piedi o in autobus. E’ la riduzione di auto blu più significativa della storia”.
Un accento è stato posto dal premier anche sulla “norma Olivetti”, che richiama il grande principio secondo cui in un’azienda nessuno può guadagnare 10 volte più dell’ultimo lavoratore”.
Il nuovo tetto di 240 mila euro viene definito “insormontabile” da Renzi e vale per tutti dirigenti pubblici, compreso il primo presidente della Corte Cassazione ”, mentre per la Camera e Senato dovranno decidere loro, però è auspicabile che nella loro autonomia riflettessero sulla norma.
Infine riferendosi alla magistratura, ha detto:“Ho grande rispetto dei giudici e della magistratura italiana. Ma credo nella separazione dei poteri. Non credo possano criticare i tagli agli stipendi, che subiranno come tutti gli altri: 240mila euro all’anno mi pare sia una cifra dignitosa”.
Sebastiano Di Mauro
18 aprile 2014